28.Mar.2024 
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A caccia di Indiani



L'omologazione culturale perseguita dalle principali potenze mondiali e, in primo luogo, dagli Stati Uniti d'America, ha determinato l'espropriazione delle terre indigene insieme alle loro risorse, imponendo i propri modelli di crescita che hanno prodotto molteplici problemi e disagi socio-economico-culturali tra le popolazioni native di tutto il continente americano.
Queste ultime subiscono, ormai da secoli, un inarrestabile processo di esclusione, di deprivazione etno-culturale-religiosa, nell'assoluta indifferenza degli "occidentali", grazie anche al fenomeno della globalizzazione, una delle cause dell'estinzione di linguaggi propri di civiltà considerate "di minore importanza" come: le lingue eschimesi, amerindie e indiane nordamericane ed alcune minoranze linguistiche europee, asiatiche, australiane, africane e del centro-America. Eppure, nel caso delle comunità amerindiane persistono le diversità di linguaggi, gli organismi tribali, modi e standard di vita differenti, usi e metodi di difesa e le antiche tradizioni religiose, come dimostrato dagli attuali culti nativisti (Peyote), che accomunano dal punto di vista spirituale-religioso le diverse realtà indiane.
Alla luce di queste considerazioni la manifestazione "A caccia di indiani" si propone di offrire ad un vasto pubblico la conoscenza del patrimonio delle tradizioni degli Indiani d'America, i nativi americani, soffermandosi sugli effetti che la discriminazione occidentale su una minoranza etno-linguistica-culturale, quale è quella rappresentata da questi antichi popoli, hanno prodotto.
Le diverse ed interessanti iniziative che caratterizzeranno l'evento si pongono come momento di approfondimento di alcuni aspetti della cultura, della visione "biocentrica" e della coscienza olistica dei popoli amerindi, per entrare in contatto con un mondo ancora poco conosciuto fatto soprattutto di senso e visioni; Tutto questo sarà possibile, pur con un misurato rigore.

Il progetto culturale presentato dall’Associazione Culturale “Il Crogiuolo” dal titolo “A caccia di Indiani” (Indigeni dal Mondo – Lo Spirito del Pianeta) si articola in una settimana, massimo dieci giorni che prevede un programmpa dalle 17.30 alla mezzanotte.

Programma
La proiezione del film “A caccia di Indiani”. Una panoramica esaustiva sugli “Indiani d’America oggi” del regista Marco Massetti (produzione S&M Studio).
Mostra fotografica di alcuni scatti suggestivi da un reportage di Marco Massetti.
Mostra di scultura etnico-tribale ispirata alla Cultura Nativa, della scultrice Paola Cordischi.
La lettura di alcuni brani e canti poetici della tradizione orale “Nativa” letti e interpretati dall’attrice Patrizia Sileoni che illustrerà, con l’ausilio di diapositive, anche la presentazione dei gruppi tradizionali di danza dei Nativi e le loro delegazioni culturali, esponendo i significati delle danze e i rituali in esse interpretati.
Alla fine delle esibizioni i gruppi delle delegazioni Native, dedicheranno momenti di incontro con il pubblico (conferenza) come da “tradizione orale nativa”: leggende approfondimenti sulla cultura e le tradizioni ma anche sulle attuali condizioni delle delegazioni Native Americane oggi.
Raccolta di firme e sensibilizzazione per la difesa e la tutela di Monte Graham, con la collaborazione della Associazione Culturale “Alter-Nativi”.

Concerti di Country Music con lo storico gruppo di musica tradizionale americana “Acciari Brothers” con l’animazione dei ballerini di Line Dance.


Gruppi Nativi partecipanti:
Yaqui, Apache e Black foot,


Meso America: Aztechi (Yaqui)
Gli Aztechi erano i creatori dell’ultima civilizzazione autoctona di grande splendore sull’altopiano messicano fino all’arrivo degli Spagnoli che la facevano crollare. La fine dell’Impero Azteco, però, non era allo stesso tempo anche la fine del popolo azteco. Rubato sì dallo splendore imperiale, il popolo azteco sotto il dominio prima degli spagnoli poi dello stato messicano ha saputo mantenere integre molte tradizioni, tra cui l’uso della lingua nahua che ha oltre un milione di parlanti nel Centro Messico.


Nord America: Apache
Gli Apache appartengono a quelle tribù indiane del Nordamerica che hanno iscritto il proprio nome nei libri di storia. La loro resistenza militare fino al 1886 contro l'esercito americano era la più efficace in assoluto di tutti i gruppi indiani. Oggi le varie sub-tribù Apache negli stati dell'Arizona e del New Mexico sono altrettanto bravi, però in modo più pacifico. Hanno un'economia diversificata basata sull'allevamento moderno di bestiame, l'industria del legname, il turismo e l'artigianato.

Black Foot
In seguito alla rivolta degli indiani Pueblo (New Mexico) contro gli Spagnoli, 1680, si diffusero i cavalli dando origine alla razza Mustang, questo consentì lo scambio di abitudini e di "tribù stanziali" come gli "Zootinna" che dal Canada settentrionale (vicini degli eschimesi) si spostavano per cacciare i castori con i cani da slitta e abbracciarono la cultura della prateria (cavallo - bisonte) fino al 1700 (150 anni) (origini di lingua Dine come i Navako e gli Apache).
La tribù tramite la quale portò loro i cavalli furono i Crow e si unirono alla confederazione dei Black Foot (diversi dai Black Feet Siux) la cui tribù dominante è quella Algoncqina.


Yaqui
La delegazione dei nativi Yaqui le cui danze tradizionali verranno eseguite dai danzatori Aztechi del gruppo di Tiakuilo Arreola, indio tradizionalista di origine Yaqui, danzatore rituale, membro storico del "Gruppo di danza" che suona il tamburo, il flauto, canta e dipinge gli oggetti legati alla danza mexica. Parlando della sua esperienza ha detto che il popolo nativo del Messico, nonostante la distruzione e la quasi estinzione di alcune delle civiltà più antiche e importanti della storia (Toltechi, Olmechi, Maya, Aztechi), è uno dei popoli che ha continuato lo sviluppo spirituale secondo la tradizione. Contravvenendo infatti al divieto, per 500 anni, di parlare la loro lingua, tenere cerimonie sacre, canti, musiche e danze, i discendenti aztechi celebravano comunque cerimonie in segreto o in modo subliminale, attraverso la religione imposta. Per questo gli avi degli attuali aztechi, hanno tramandato l'insegnamento secondo cui, durante l'occupazione "l'uomo bianco ha solo tagliato l'albero ma non ha mai potuto estirpare la radice", quasi a dire che il popolo nativo ha radici tanto profonde da essere impossibile sradicarle, anzi "continuano a sbocciare fiori e a maturare frutti". Hanno imparato ad essere guerrieri, ed allo tesso tempo nelle loro cerimonie combattono e lottano con una guerra fatta di danze, musiche e canti. Tutti i loro riti sono dedicati alla natura, al "padre Sole", alla "venerabile Madre Terra", ai quattro elementi che danno luogo al ciclo della vita - acqua, aria, terra e fuoco -, alle forze della saggezza, della volontà, dell'essenza interiore e agli animali.
Per oltre dieci anni il "Gruppo di Danza" ha partecipato costantemente allo sviluppo etnico culturale del Messico tenendo conferenze, danze, cerimonie e rituali nelle Università, nei Centri culturali, nelle scuole e nelle principali piazze d'America, con incontri con altre comunità indigene.
Per la prima volta, il Gruppo arriva in Europa nel 1993, quando si celebra l'"Anno Internazionale degli indigeni del mondo". In quell'occasione il Gruppo fu ricevuto da molte personalità, tra cui il Papa Giovanni Paolo II, il Dalai Lama, il Nobel per la Pace Rigoberta Menchù, i Presidenti Municipali di Copenaghen, Amsterdam, Londra, Francoforte e Berlino.


In particolare:
  • Nel 1993, "Anno Internazionale degli Indigeni del Mondo", il gruppo arriva in Europa e durante la permanenza incontra varie personalità tra le quali: la Famiglia Reale di Olanda, il Dalai Lama, il Papa, Rigoberta Menchù (premio Nobel per la pace 1992) e vari Presidenti Municipali di: Copenaghen, Amsterdam, Londra, Francoforte, Berlino.
  • Nel 1994 il Gruppo svolge un tour in Scandinavia.
  • Nel 1997 promuove varie attività per lo sviluppo pedagogico nelle scuole elementari della Germania all'interno del programma "Kulturell Pedagogisch Entwiklung Hilfe".
  • Nel 1998 si realizza lo spettacolo culturale di danza tradizionale al Club Pavarotti International e lo spettacolo culturale di danza tradizionale al Teatro Juvarra di Torino e Teatro S. Fedele di Milano.
    Segue la partecipazione di un membro del gruppo al Primo Congresso Internazionale di Sciamanesimo e guarigione "Shamanism and Healing Association" al Castello di Belgioso, presso Pavia.
  • Nel 1999 il gruppo si presenta a Roma al Festival Culturale "Il Cavallo di Manitù", con la collaborazione del percussionista Toni Esposito e Toni Cercola.
    Seguono diverse manifestazioni in Lombardia, Piemonte e Veneto.

Danzatori aztechi partecipanti:
Tlahkulo Arreola
Xiuhkiakuitzin Mosquiera
Ollinatl Contreras



A Caccia di Indiani
E' una storia per immagini che individua quattro ipotesi di sopravvivenza che i Nativi d'America, "popolo del Grande Spirito", stanno cercando di attuare oggi.
Attraverso immagini e preziose testimonianze di personaggi-chiave della cultura indiana contemporanea, si svolge una picture story sugli Indiani d'America per vedere chi sono e dove vivono: e per scoprire come vive ancora, negli anni '90, lo spirito libero di popoli guerrieri che non si sono mai piegati ai ritmi inquietanti e inquinanti della nostra civiltà.
Secondo la filosofia indiana il quattro è un numero sacro e simbolo di perfezione. Le quattro ipotesi che compongono il documentario vogliono ispirarsi e rendere omaggio alla sacralità del numero quattro nella religione indiana; con l'augurio che questo sia di buon auspicio al perpetuarsi della cultura, ricca e profonda, degli Indiani d'America.
Una cultura basata essenzialmente sulla spiritualità, che "...forse per questo ha potuto sopravvivere per centinaia di anni" come spiega Leonarel Crow Dog, uno dei più famosi Sciamani Sicangu-Lakota.

1. UN COMPROMESSO
2. SOPRAVVIVENZA CULTURALE
3. RITORNO ALL'INDIANIT&Mac247;
4. LOTTA POLITICA

"Catch the Indians" is a story, told through photographs, that wishes to identify four hypotheses of survival that the American Indians, "people of Great Spirit", are trying to put into practice today.
Using images and the precious testimony of key-characters of contemporary indian culture, we unfold a picture story on the american Indians. This story allows us to discover who they are, where they live and how their free spirit still lives in the 90's, endurign the hardship of our civilization.

According to indian philosophy, 4 is a sacred number and symbol of perfection. The four hypotheses explained in this documentary, are inspired by and honour the sacredness of the number 4, as in the indian religion, in the hope of beeing a godd omen for the perpetuation of the rich and profound culture of the american Indians.
A culture based essentially on spirituality that "...maybe because of this, has survived for hundreds of years", as explained by Leonarel Crow Dog, one of the most famous Sciamani Sicangu-Lakota.

1. A COMPROMISE
2. CULTURAL SURVIVAL
3. BACK TO INDIANITY
4. POLITICAL STRUGGLE


Indiani d'America oggi
Strano "destino", quello odierno degli Indiani d'America e degli Indigeni del mondo: essere proiettati nel passato e non trovare posto nella storia contemporanea.
In occidente molti credono che i "Pellerossa" siano spariti; tanti li considerano solo "un avanzo della storia americana"; altri colgono soltanto gli aspetti esotico-folcloristici e il "facile ecologismo" di una cultura ritenuta ormai tramontata. Ma questa, paradossalmente, è molto più attuale di quanto si creda; anzi essa si sta prendendo una postuma vendetta nei confronti degli antichi conquistatori del Nuovo Mondo imponendo a noi, eredi degli sterminatori europei, non solo i suoi miti e valori ma anche un drammatico ripensamento sul nostro distorto rapporto con la natura e l'ambiente pena la catastrofe ecologica.
Oggi i discendenti dei popoli del Grande Spirito vivono, o meglio, sopravvivono ancora oggi all'interno degli USA in condizioni socioeconomiche drammatiche, da terzo mondo. E pur tra contraddizioni e interferenze, tipico di chi viaggi in bilico tra culture contrapposte, essi tentano di mantenere in qualche modo le loro visioni del mondo, le tradizioni, gli idiomi originali attraverso la pratica concreta delle loro sacre cerimonie - come la "Sun Dance" con la perforazione della carne, il Cuto del Peyote, ecc. - e la difesa dei loro ultimi lembi di terra ed i valori ad essi connessi.
In questo momento storico i Nativi d'America cercano di tendere gli ultimi frammenti di un'identità negata e i diritti umani, civili, culturali e territoriali violanti dall'establishment americano. Essi hanno oggi i loro portavoce, i loro moderni "storyteller": dal poeta Cheyenne Lance Henson al danzatore Lakota Kevin Loche, dal pittore Gorman ai cantanti e musicisti Robbie Robertson, Buffy St. Marie, John Trudell, Carlos Nakai ed altri.




Un evento culturale e di spettacolo a Cura di:

Patrizia Sileoni
direzione artistica
& Marco Massetti
Ideazioni + produzioni grafiche e filmate
consulenza immagine. Edizioni S&M Studio.

Con la collaborazione di Vittorio delle Fratte di ALTER-Nativi






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