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FESTIVAL CINEMA INDIPENDENTE
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Prima edizione
FESTIVAL RASSEGNA PREMIO DI CINEMA INDIPENDENTE
Intitolato ad Augusto Genina cineasta del Novecento
1913-1955: quarant'anni di cinema in bianco e nero dal 26 luglio
al 9 agosto 2003
AUGUSTO GENINA
Roma, 28/11/1892
Roma, 28/9/1957
Figlio di Luigi e di Anna Tombini, i suoi lo avrebbero voluto
ufficiale di Marina, ma lui, frequentata la facoltà d'ingegneria
(che poi abbandonerà), esercita funzioni di vice per la critica
drammatica sulla rivista Il Mondo, scrive drammi e, su consiglio
dell'amico Aldo De Benedetti, soggetti cinematografici. Uno
di questi viene accettato dalla Film d'Arte Italiana (Beatrice
d'Este, 1912) e un altro, da Negroni, per la Celio (L'anima
del demi-monde, 1913). In quel medesimo anno esordisce nella
regia col film La moglie di Sua Eccellenza, girato a Barcellona
dalla Cines. Nel 1914 è alla Milano Films, nel 1915 passa alla
Medusa di Roma, nel 1916 alla Monopol, sempre di Roma, nel 1917
all'Ambrosio e poi alla Tiber, nel 1918 all'Itala, nel 1920
alla Photodrama di Torino e alla Films Genina (da lui fondata),
nel 1921 alla Libertas. Nel 1920 ha fornito a Righelli il soggetto
L'orizzontale, portato sullo schermo come L'innamorata. Nel
1926 è in Germania, agli inizi del sonoro in Francia (1930)
e successivamente ancora negli studi tedeschi. Nel 1936 gira
in Italia Lo Squadrone bianco e da allora rimane sul set sino
al 1955. Era cugino di Mario Camerini. Dopo una lunga relazione
sentimentale con l'attrice Carmen Boni, si era sposato con la
newyorchese Elizabeth Becker, in arte Betty Becker. Da giovane
Augusto Genina azzeccò una previsione: non nascose a se stesso
né agli altri la convinzione che sarebbe assurto, prima o poi,
se non alla celebrità, almeno a un'alta reputazione. E ci riuscì.
C'era, nelle sue origini di discendente d'una famiglia molto
per bene, un'accentuata vocazione alla rispettabilità, acquisita
grazie alla raffinatezza di un intellettualismo professionale
costantemente praticato. Bastava, fra tutto, nell'albero genealogico,
il precedente di uno zio critico famoso, Domenico Oliva, che
fu anche l'ultimo direttore del Corriere della Sera, prima dell'avvento
degli Albertini.
In contemporanea alla rassegna cinematografica, Mostra Collettiva di Arte Contemporanea "ARTE IN MOVIMENTO", tutti i giorni dalle 18 alle 24.
Saranno esposte le opere di: Carlo Bazzoni, Guido Borghi, Daniele Brocchi, Luisa Brunetti, Paola Cordischi, Elisabeth Frolet, Pietro Livi, Umberto Malatesta, Silvio Pasqualini, Gian Luca Proietti, Florindo Rilli , Umberto Romagnoli, Marco Zoi.
INTRODUZIONE
di Patrizia Sileoni
Direttore artistico
Già da molto tempo volevo realizzare un festival di Cinema Indipendente
intitolato alla figura di Augusto Genina.
Molti tra i partecipanti di questa Prima edizione, dopo essere
stati ripetutamente consultati negli anni scorsi, immagino abbiano
finito per pensare che non si sarebbe più realizzato.
Augusto, che era nato da una famiglia "bene" ma molto colorata
da temperamenti a tinte forti, avrebbe potuto fare altre scelte
dati i suoi mezzi e la sua posizione; si sottoponeva invece
di buon grado alle anticamere con le sue scritture sotto il
braccio negli esordi di "cineasta da tavolino". Oggi sono cosciente
quanto sia stato fonte di inspirazione averne respirato la personalità
in virtù di componente della mia storia familiare e ho capito
quanto importante sia stato il suo passaggio, non breve, nella
storia del Cinema Italiano. Il Novecento è stato sicuramente
un secolo denso di avvenimenti e innovazioni che si sono sovrapposti
a un ritmo incalzante, nutrito da personaggi intellettualmente
rilevanti che la rapidità con la quale si sono avvicendati non
ci ha consentito il ritmo necessario per assaporarli. La mia
politicizzata e ideologizzata gioventù, come di tutti quelli
della mia generazione, mi ha allontanato con sospettosa diffidenza
la figura di Augusto Genina per diversi anni. Con la maturità
ho acquisito la pazienza dell'approfondimento e il rifiuto di
qualsivoglia scorciatoia strumentalizzata. Questo mi ha restituito
l'autorevolezza intellettuale di Augusto, riavvicinandomi alla
sua entità sempre presente nella storia della mia famiglia.
Anche Augusto naturalmente si era affascinato di simpatie ideologiche
per i movimenti innovativi all'epoca della sua generazione e
se ne lasciò ispirare. Con la maturità il sentirsi appiccicare
dei cliché che perdipiù invadevano il campo professionale lo
inasprì, soprattutto per la consapevolezza della propria autonomia
e indipendenza sia economica che intellettuale. Rifiutò anche
l'insistente commissione di Peron che gli chiedeva di realizzare
un film sulla vita della moglie Evita. L'amarezza scaturitagli
dall'appellativo della allora critica cinematografica di "Regista
del Regime" ci conduce al risultato attuale: in Francia è conservata
buona parte della sua cinematografia (1913-1955) con numerose
occasioni di ricorrenze e commemorazioni a lui dedicate, accompagnate
da una fervente attività dei collezionisti. In Italia la nostra
Cineteca Nazionale fa una meritoria fatica a trattenere tre
lungo metraggi e due corti. Augusto, che comprendo e conosco
meglio adesso, ha determinato le scelte e il destino di mio
padre, rimasto orfano del suo. Da zio affettuoso e molto legato
alla sorella, per parte di madre, rimasta giovane vedova di
guerra, si prese cura di instradarne il percorso come operatore
cinematogra?co, introducendo il nipote in un mestiere e un mondo
di maestri dell'interpretazione della luce e della sensibilità
nel saper vedere quello che si guarda attraverso un obiettivo.
Lo stesso fece con il cugino Mario Camerini, che gli fece da
aiuto per alcuni anni. In seguito direttore della fotogra?a
e cinereporter nella settimana I.N.C.O.M., il reportage cinematografico,
insegna a mio padre l'istinto a trasmettere come sentire quello
che si guarda, il sentimento nella visione che oggi mio fratello,
che fa lo stesso mestiere, sta già insegnando a suo figlio.
Ma è stato Augusto con la sua sensibilità mite, silenziosa e
la sua generosità ad essere l'ombra di diversi destini. Ancora
oggi la nostra casa di famiglia lo è per merito della ferma
determinazione di Augusto nell'affermare i diritti di sua sorella
nel complicato asse ereditario. Il carattere autoritario ed
estremamente volitivo di sua madre, donna di eccezionale cultura
e temperamento, ne fece, per contrasto, un intellettuale gentile.
Quarant'anni di cinema, dal muto al sonoro, in cui nessuno ricorda
un intervento autoritario o sgarbato sul set, autorevole sì,
ma mai scortese, il che ne fece un elemento singolare per un
direttore di scena. Al contrario, sua madre si guadagnò, con
la proverbiale capacità di sintesi popolare dei romani, l'appellativo
degli usceri-guardiani degli studi cinematogra?ci dove Augusto
girava, inclusa Cinecittà, di "il Madro", anzi meglio "er Madro",
dato il piglio affascinante ma autoritario nel presentarsi sovente
con autista sul set al cospetto del figlio e delle maestranze
tutte come massima autorità riconosciuta e lo stesso fu con
i suoi due mariti. Augusto, da affettuosissimo figlio che ne
subiva anche il fascino, la viziava e assecondava ogni capriccio
sapendone anche maneggiare le briglie e placandone all'occorrenza
le eccessive impennate. Di certo non l'assecondò nello scegliersi
la moglie, la newyorchese Elizabeth Becker, in arte Betty Becker,
che evoluta quanto lei era troppo sofisticata per sottomettersi.
Entrati nel nuovo millennio ho trovato giusto ritrovare un po'
delle nostre radici e mi piacerebbe con questo appuntamento
creare nella città del Cinema, conosciuta nel mondo anche per
questo, un'occasione di aggregazione tra gli autori e le produzioni.
I presupposti di un incontro creativo, di "Movimento Italiano"
e approfondimento sulla storia del nostro cinema. Credo inoltre
fermamente che in ogni epoca sia importante manifestare l'esigenza
creativa di confrontarsi per lasciare un futuro con un passato
che valga la pena di essere ricordato. Ringrazio Carlo Bassoli,
Antonio Tomei, la Scuola Nazionale di Cinema-Cineteca Nazionale,
tutti gli intervenuti a questa Prima edizione e i collaboratori,
gli artisti che hanno partecipato alla mostra di arte contemporanea
"Arte in Movimento", il mio compagno per la pazienza di cui
mi ha fatto dono.
Prenotazioni
e Info 06 97614146 / 0761 792946 / 349 2210068
La direzione artistica (Patrizia Sileoni)
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